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Discussione: Coronavirus: ANP pubblica documento della Società Italiana di Pediatria

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    Decreto legge scuola pubblicato in Gazzetta, è il numero 22 ed entra in vigore il 9 aprile [PDF]


    Nella tardissima serata dell’8 aprile, il Decreto Legge sulla scuola è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
    Il decreto ha il numero 22 ed entra in vigore il 9 aprile; ciò significa che dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 8 giugno.
    Il provvedimento contiene i seguenti 9 articoli:
    Art. 1
    Misure urgenti per gli esami di Stato e la regolare valutazione dell’anno scolastico 2019/2020
    Art. 2
    Misure urgenti per l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021
    Art. 3
    Misure urgenti per la tempestiva adozione dei provvedimenti del Ministero dell’istruzione
    Art. 4
    Sospensione delle prove concorsuali per l’accesso al pubblico impiego
    Art. 5
    Sospensione delle procedure concorsuali e degli esami di abilitazione per l’accesso alle professioni vigilate dal Ministero della giustizia
    Art. 6
    Misure urgenti per lo svolgimento degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle professioni e dei tirocini professionalizzanti e curriculari
    Art. 7
    Misure urgenti per assicurare la continuità della gestione delle Università e delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica
    Art. 8
    Clausole di salvaguardia e di invarianza finanziaria
    Art. 9
    Entrata in vigore
    Nelle prossime ore vi proporremo alcuni approfondimenti
    Come si svolgeranno gli Esami di Stato
    Scuola secondaria di I grado
    Il decreto prevede che il Ministero possa, con provvedimento specifico, modificare l’impianto dell’Esame. Se sarà possibile farlo in presenza, potrà essere semplificato. Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti. In ogni caso ci sarà una valutazione seria e corrispondente all’impegno degli alunni.
    Scuola secondaria di II grado
    Il 96% dei ragazzi viene ammesso, in media, ogni anno, all’Esame finale. Quest’anno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno. Il decreto indica, poi, una doppia possibilità. Se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. La prima prova, Italiano, sarà preparata dal Ministero. La seconda, quella diversa per ciascun indirizzo, sarà predisposta dalle commissioni. Poi ci sarà l’orale. Se non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale. Resta ferma la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma.
    Ammissione all’anno successivo
    Il decreto prevede che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Non ci sarà ‘6 politico’. ‘Congelato’, per quest’anno, il meccanismo dei debiti alla secondaria di II grado. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo. Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali.
    Avvio del nuovo anno
    Il decreto consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al Ministero gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni.
    Nel corso del Consiglio dei Ministri di oggi è stato anche approvato un provvedimento (DpR) che sblocca le assunzioni chieste dal Ministero dell’Istruzione per recuperare parte dei posti liberati, nell’estate del 2019, dai pensionamenti dovuti a ‘Quota 100’. Si attua, quindi, la norma inserita nel decreto scuola approvato in autunno, fortemente voluta dalla Ministra Lucia Azzolina. Si tratta di 4.500 posti che andranno ad altrettanti insegnanti, vincitori di concorso o presenti nelle Graduatorie ad esaurimento, che non avevano potuto occuparli lo scorso settembre perché non erano stati messi a disposizione. Con successivi provvedimenti saranno disposte le assunzioni relative all’anno scolastico 2020/2021.


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    Nuove regole per gli alunni che rientrano dalla Cina, «assenza giustificata»


    Nuova circolare per le scuole sul coronavirus che rimette alle famiglie degli alunni «di ogni nazionalità» che arrivano dalle zone a rischio della Cina, la responsabilità della segnalazione ai presidi, con una “quarantena” volontaria di due settimane in casa, e «assenze giustificate».
    Le nuove indicazioni
    Indicazioni che riaccendono la polemica politica, con i governatori leghisti del Nord e Salvini che gridano vittoria dopo gli scontri dei giorni passati, ma soprattutto con l’Iv di Matteo Renzi che chiede al Governo di «scegliere» e di «non scaricare il peso» sulle famiglie. Mentre i presidi, vogliono ora da Viale Trastevere «nuove e certe indicazioni».
    La permanenza volontaria a casa
    La nuova circolare del ministero della Salute, che aggiorna quella del primo febbraio, prevede di avviare un monitoraggio con «permanenza volontaria a casa» per la «puntuale verifica della febbre e dei sintomi tipici del nuovo coronavirus 2019-nCoV». La richiesta interessa bambini e studenti che nei «14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall’epidemia». La circolare è ispirata «al principio di massima precauzione»: «Fermo restando il diritto inalienabile di bambini e ragazzi di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario, in uno spirito di massima precauzione, il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento, favorisce una “permanenza volontaria fiduciaria” a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina».
    Il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli «invita tutte le famiglie a collaborare serenamente con le scuole e ribadisce che al momento non ci sono elementi che giustifichino allarmismi di sorta. La lucidità è più che mai necessaria nelle situazioni di criticità».


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  3. #3
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    Lezioni sospese fino al 15 marzo in tutta Italia


    Lezioni sospese nelle scuole e nelle università di tutta Italia fino al 15 marzo . Moral suasion per incentivare la didattica a distanza. Nuova stretta su gite e certificati medici. Sono le misure principali prese dal Dpcm varato ieri dal governo in materia di istruzione. E sono anche quelle dall’impatto più vasto visto che riguarderanno 8 milioni di studenti di ogni ordine e grado e un altro milione e mezzo di universitari. Quasi 10 milioni di ragazzi e ragazze che vedranno sconvolta la loro quotidianità. Più le loro famiglie che dovranno, inevitabilmente organizzarsi per gestire un’emergenza nell’emergenza. Tant’è che la ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti, ha già annunciato che arriveranno «misure di sostegno e aiuto alle famiglie: sostegno economico per le spese di babysitting e estensione dei congedi parentali per le lavoratrici e i lavoratori». Un’eventualità confermata anche dal sottosegretario all’Interno, Achille Variati. Nel decreto legge allo studio dell’esecutivo potrebbe esservi infatti una norma che consenta «l’utilizzo di permessi parentali per uno dei due genitori per poter assistere i figli minori».
    Le misure per le scuole
    Tornando alla scuola la misura più importante è sicuramente la sospensione delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado. Ciò significa che gli istituti scolastici resteranno aperti. Magari in una fascia oraria ridotta rispetto a oggi. A deciderlo sarà il dirigente con i responsabili di plesso che saranno al loro posto. Così come i bidelli, il personale di segreteria, gli assistenti tecnici. Si porterà avanti l’ordinaria amministrazione e in molti casi di provvederà a igienizzare i locali prima del ritorno degli alunni. I docenti invece potranno non presentarsi. Ma sono invitati a sviluppare forme di didattica a distanza. Chiaramente su base volontaria nei casi in cui il piano triennale dell’offerta formativa (Ptof) non lo preveda espressamente. Su questo la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si è impegnata espressamente «a far sì che il servizio pubblico essenziale seppur a distanza venga fornito a tutti inostri studenti». Si allunga infine il periodo di sospensione per gite, uscite didattiche, alternanza scuola lavoro. Rispetto al provvedimenti di emergenza precedenti scompare la dead line del 15 marzo. Così come l’obbligo di certificato medico per le assenze per malattia superiori a 5 giorni.
    Le disposizioni per le università
    Lezioni sospese e didattica a distanza vedrà impegnati anche gli atenei. Sulla falsariga di quanto avvenuto in questi giorni nei territori delle Regioni in emergenza già dal 24 febbraio in poi, in primis quelli lombardi. A Pavia ieri 80 studenti di Ingegneria si sono laureati da remoto. E sempre in materia di università degna di nota è la precisazione contenuta sempre nel Dpcm secondo cui «non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni». Come ha sottolineato il presidente della Crui, Ferruccio Resta, «le università sono aperte». Per «dare un segnale di unità e responsabilità». Le attività di ricerca e tutti gli altri servizi agli studenti – ha spiegato – «proseguono regolarmente, nel rispetto delle disposizioni del Ministero della Salute».


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    Governare un Paese non è mai cosa facile. Ci sono giornate in cui devi prendere decisioni difficili. Devi avere bene a mente gli obiettivi e l’impatto delle scelte che farai. Il coronavirus ha richiesto sforzi importanti al governo. E a tutto il Paese. Ma ha anche messo in chiaro alcune cose. La prima: abbiamo un sistema sanitario fatto di tanti esperti, medici, infermieri, altri addetti che ogni giorno, con dedizione, stanno lavorando per curare pazienti e arginare l’avanzata del virus. La seconda: la scuola, la comunità che mi onoro di dirigere, è una spina dorsale dell’Italia. È fra le cose più importanti che abbiamo. E quando la scuola si ferma ne sentiamo tutti, tremendamente, la mancanza. Siamo tutti più soli.
    Per alcuni può sembrare un concetto scontato. Eppure, troppe volte c’è chi mette sotto accusa gli insegnanti, dando loro dei fannulloni, c’è chi non si accorge del valore sociale di questa istituzione, chi la denigra addirittura. Se c’è una lezione da trarre da questi giorni, dunque, è che sanità e scuola sono fondamentali. Investimenti, non capitoli di spesa. Ora penso sia davvero chiaro a ciascuno.
    Con un movimento dal basso, la scuola ha reagito immediatamente all’emergenza. Mettendo in campo le forze migliori, organizzando diverse forme di apprendimento a distanza, avviando scambi di competenze fra realtà più avanzate e altre che volevano partire con le lezioni online. Come Ministero ci siamo messi al fianco di questa comunità, come dovrebbe sempre essere. E come dovremo fare sempre di più. Anche cominciando a scrivere documenti chiari, comprensibili, agili. In queste settimane abbiamo supportato le scuole, mettendo a disposizione una pagina web per aiutare chi vuole fare didattica a distanza, tenendo un contatto stretto con dirigenti e docenti.
    Il fermo forzato per l’emergenza ha aperto una fase molto impegnativa. Ma la scuola ha reagito. Abbiamo tutti lavorato per un’accelerazione del programma di didattica a distanza. Una sperimentazione del presente che potrà lasciarci un patrimonio di esperienze importante per il futuro. Nulla può sostituire il valore del confronto quotidiano, del confronto dal vivo. Ma scuola e tecnologia ora sono un binomio meno distante. In una situazione che non ha precedenti la scuola sta affrontando questa sfida con responsabilità e impegno. Guardando al futuro. Dicendo con chiarezza: la scuola non si ferma.


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  5. #5
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    Scuole chiuse per coronavirus, ipotesi nuovi calendari: in classe fino a luglio


    Tutti in classe fino a luglio e (o) in anticipo sul prossimo anno con le scuole aperte dal 1 settembre. Il ministero sta rivedendo i calendari scolastici per recuperare le lezioni perdute in piena emergenza da Covid-19 e intanto arriva la conferma sulla maturità: a far l’esame ci saranno solo docenti interni alle singole classi. Il ritorno tra i banchi, per gli 8 milioni di studenti italiani, ancora non è previsto: la ministra all’istruzione Lucia Azzolina, intervenuta ieri in Senato, ha spiegato che si tornerà «solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza». Per ora quindi non c’è una data, l’unica certezza è che la chiusura fissata al 3 aprile sarà prorogata a breve.
    RECUPERO
    Si guarda alle modalità di recupero delle lezioni saltate e nuovi criteri per dare i voti ai ragazzi che continuano comunque a studiare tramite la didattica a distanza: il ministero, come ha spiegato Azzolina, è al lavoro per definire nuove modalità per la valutazione di fine anno nelle classi cosiddette intermedie, quelle che non hanno gli esami finali, e di recupero dei programmi. L’idea è quella di avviare, non appena possibile, corsi di recupero pomeridiani e comunque di valutare la partecipazione dei ragazzi alle lezioni online, considerando il programma realmente svolto con la classe. Saranno rivisti anche i requisiti di accesso agli esami di Stato, per la terza media e la maturità, e la struttura dell’esame del diploma che avrà solo membri interni in commissione.
    Non è ancora stata fissata la data di rientro tra i banchi, per la quale sarà necessario considerare il parere della comunità medico scientifica in base ai dati sull’andamento del contagio, e potrebbe variare anche quella di fine lezioni a giugno o addirittura quella di avvio del prossimo anno scolastico a settembre. Il Miur sta infatti lavorando alla «ridefinizione del calendario scolastico nazionale e dei calendari regionali, nel rispetto delle prerogative delle Regioni». Che cosa significa? Il calendario scolastico, da anni stabilito dalle singole Regioni, potrebbe variare in base alle necessità dei territori. Potrebbe quindi rendersi necessario tenere aperte le scuole fino a fine giugno, se non addirittura a luglio, sempre nel rispetto delle prerogative delle Regioni: vale a dire ad esempio che nelle Regioni più calde come la Sicilia, dove è complicato far lezione in estate con le temperature decisamente elevate, questa opzione potrebbe essere scartata.
    ANTICIPO
    Allo studio anche la possibilità di far partire le lezioni del prossimo anno scolastico il 1 settembre. Per riuscirci sarà necessario avere tutti i docenti in cattedra in anticipo: una missione quasi impossibile per la scuola, anche per questo le procedure di mobilità partiranno a breve e comunque in anticipo rispetto al passato. Si sta giocando, infatti, una corsa contro il tempo per assicurarsi che la didattica vada avanti. Nelle scuole le lezioni vanno avanti, tra tante difficoltà, in modalità online: un sistema da perfezionare nel tempo anche per garantire le stesse possibilità a tutti.
    In questo senso va il decreto, firmato ieri dalla ministra Azzolina, per distribuire alle scuole 85milioni sulla didattica a distanza, previsti nel decreto Cura Italia: 10 milioni serviranno alle scuole per l’acquisto delle piattaforme e-learning e degli strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, anche per l’accessibilità dei ragazzi con disabilità, e 70 milioni saranno utilizzati per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso gratuito, i dispositivi digitali necessari per seguire le lezioni da casa mentre 5 milioni serviranno a formare il personale scolastico. Il tema della formazione dei docenti sta emergendo in queste ultime settimane in cui gli insegnanti, per la prima volta, si sono ritrovati a dover fare lezione con strumenti spesso mai utilizzati prima.

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  6. #6
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    Per comitato tecnico, docenti e ATA fra lavoratori più a rischio Coronavirus. Difficile rientrare a scuola a breve




    Emergenza sanitaria Coronavirus: quali sono le categorie di lavoratori più a rischio? Sicuramente fra loro vi è il personale scolastico e proprio questo inciderà sulla data di rientro a scuola.
    Come si può valutare il rischio contagio da Covid-19? Tra le misure anti contagio messe in atto dal Governo c’è proprio il mantenimento della distanza di sicurezza. I lavoratori maggiormente a rischio risultano essere pertanto coloro i quali non possono tenere una sufficiente distanza da altri individui o che stanno in luoghi affollati.
    Abbiamo detto che al primo posto per il pericolo c’è il personale sanitario, quindi medici, infermieri ma anche dentisti. A rischio poi sono tutte le categorie di lavoratori di uffici pubblici nonché degli istituti scolastici.
    Il Governo studia ora le misure per la fase due e, in previsione della riapertura di locali, aziende e scuole, il Comitato tecnico scientifico della Protezione civile lavora a una classificazione del pericolo. Rischio alto per tutto il comparto scolastico in particolare per alunni, docenti, personale ATA. Le aule sono di fatto luogo luogo di aggregazione.
    Questo potrebbe portare a una chiusura delle scuole ancora lunga o, peggio, si potrebbe pensare che ancora a settembre potrebbe essere rischioso recarsi a scuola. Ad avere maggiori difficoltà potrebbero essere soprattutto le classi degli alunni più piccoli proprio per la loro età.
    “Serve un approccio direi culturale rispetto a una gestione del rischio e anche rispetto ai livelli di produttività, rispetto alla tutela dei lavori fragili, alle misure di protezione e prevenzione, e rispetto alla responsabilizzazione di ogni lavoratore nel compiere una serie di operazioni che si possono fare per garantire e continuare“. Così si è espresso il direttore Dipartimento Medicina Epidemiologica Igiene del Lavoro ed Ambiente, Inail, Iavicoli, chiedendo di tutelare i lavoratori più fragili.


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    L’emergenza non ferma le gite scolastiche

    Il coronavirus, almeno per ora, non ha messo in ginocchio il mercato delle gite scolastiche che prenderanno il via dalle prossime settimane.
    Le parole di Assoviaggi
    «Non ci risultano cancellazioni di gite scolastiche già prenotate», assicura Cinzia Renzi, presidente Assoviaggi-Confesercenti Roma e Lazio e nel direttivo nazionale di Assoviaggi, che aggiunge: «Secondo gli standard degli scorsi anni registriamo, in Italia ed in particolare a Roma, uno standby a macchia di leopardo. Ovvero: chi non ha prenotato sta aspettando per fare le prenotazioni, ma comunque siamo fiduciosi che i viaggi ci saranno. Anche perché non c’è motivo di allerta sulle destinazioni che sono Italia o in Ue».
    Soddisfatti per la mancanza di cancellazioni è l’Associazione presidi di Roma e Lazio, guidata da Mario Rusconi. «È positivo – dice il dirigente scolastico – che non risultino cancellazioni nei viaggi di istruzione. È il segno che l’allarme Coronavirus non si è trasformato in allarmismo. Rinunciare ad un viaggio di istruzione, oltre ad un danno economico, comporta anche un danno conoscitivo e didattico. La scuola, poi, è abbastanza allenata su questo tipo di emergenze».


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    Sospese attività didattiche dal 5 al 15 marzo in tutta Italia. ATA devono recarsi a lavoro, ecco perché



    IN via di pubblicazione il Decreto per far fronte all’emergenza Coronavirus. Nelle zone rosse le scuole resteranno chiuse, nel resto d’Italia sono sospese le attività didattiche.
    Le zone con le scuole chiuse sono quelle rosse, ecco i comuni interessati: Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia,Terranova dei Passerini; nella Regione, Vò.
    Nella altre aree, invece, le attività didattiche vengono sospese. Significa che le scuole saranno aperte e dovranno recarsi al lavoro soltanto i lavoratori del personale ATA. I docenti potranno restare a casa. In attesa di indicazioni sulla didattica online attivata in alcune scuole.
    “La sospensione delle attività didattiche comporta l’interruzione delle sole lezioni. Pertanto, le scuole rimarranno aperte e i servizi erogati dagli uffici di segreteria continueranno ad essere prestati. Il Dirigente Scolastico e il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) sono tenuti a garantire il servizio ed eventuali assenze devono essere giustificate.”
    Di conseguenza, con la sospensione delle attività didattiche si reca a scuola il personale ATA ma non il personale docente, fermo restando che le scuole possono attivare la cosiddetta “didattica a distanza” o lo svolgimento di riunioni previste nel piano annuale delle attività.


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  9. #9
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    Coronavirus, ora le scuole sono chiuse anche per presidi e docenti


    Scuole chiuse anche per dirigenti scolastici, docenti e personale amministrativo. In coda al Decreto economia arriva la notizia attesa e suggerita dal comitato tecnico scientifico che affianca la Protezione civile: i dirigenti scolastici, attraverso nuove norme, potranno organizzare tutte le lezioni a distanza da remoto, senza bisogno di collegi docenti convocati nei singoli istituti. In questo modo fino alla ripresa delle lezioni – prevista per il prossimo 6 aprile, ma la data verrà probabilmente prorogata – sarà possibile limitare al massimo le aperture degli edifici.
    La presenza del personale Ata (ausiliario, tecnico, amministrativo) sarà prevista solo nei casi di stretta necessità, “attività indifferibili” che saranno individuate volta per volta dai dirigenti scolastici stessi. Un esempio? I genitori che devono recuperare libri e quaderni lasciati in classe dai figli, un laboratorio da controllare, alcuni computer che devono essere prelevati per essere consegnanti a studenti privi di dispositivi elettronici.
    Nel Decreto economia ci sono, ancora, 85 milioni di euro per il sostegno alla didattica a distanza. Sono stati stanziati, quindi, 43,5 milioni per la pulizia straordinaria degli ambienti scolastici al momento del rientro, risorse che le scuole potranno utilizzare per acquistare materiali per le pulizie, saponi e gel igienizzanti.
    E’ garantita la salvaguardia delle supplenze brevi: “Nessuno perderà il posto”, assicurano al ministero dell’Istruzione.
    Gli 85 milioni deliberati serviranno . spiega in una nota il Mi – ad aiutare il lavoro delle istituzioni scolastiche che si stanno dotando di piattaforme e strumenti digitali per l’apprendimento a distanza o che stanno potenziando gli strumenti che già possedevano. Queste risorse serviranno “anche per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti dispositivi digitali per l’utilizzo delle piattaforme per la didattica a distanza e per la connessione alla rete”. Una parte degli stanziamenti sarà destinata, infine, alla formazione del personale scolastico sul fronte della didattica a distanza.


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    I Coronauti, maestri strada contro l’isolamento


    E’ la Resistenza educativa in movimento, Rem, progetto della comunità dei Maestri di strada con il quale a Napoli si stanno costruendo iniziative per combattere l’isolamento e lo scoraggiamento attraverso un contagio sociale ed educativo, fatto di proposte, iniziative, arte, solidarietà. Sono 45 operatori, educatori, psicologi, esperti, genitori sociali, staff organizzativo, 250 giovani e loro famiglie, 50 docenti, 20 scuole e 600 ore di attività a
    distanza già attive nelle due ultime settimane, che, per l’occasione si sono dati un nuovo nome: I Coronauti. Così su diversi canali social (SoundCloud per i podcast, Facebook,
    Instagram, YouTube, il blog, la webradio), portano avanti iniziative nei giorni dell’isolamento per evitare il contagio da coronavirus.
    I Coronauti hanno dato il via anche a una serie di video-sfide, attraverso la lettura, il racconto e la registrazione di storie della tradizione, che passano per la voce degli adolescenti per giungere ai bambini. Sostenuti dai finanziatori, Comune di Napoli, Regione
    Campania, Fondazione San Zeno, Fondazione Con il Sud, Impresa Sociale Con i Bambini, Fondazione Prosolidar, Otto per mille della Tavola Valdese, e dai partner di progetto nella scelta di andare avanti, sono stati attivati incontri virtuali di coordinamento tra gli operatori per lo sviluppo delle attività on line.
    Il lavoro dei maestri di strada trova un limite nella possibilità di collaborazione con la scuola, che pur avendo aperto alla didattica a distanza non ha ancora risolto più di un problema.
    Ecco perché sono state organizzate riunioni in video-chiamata con i gruppi di insegnanti per raccogliere le loro difficoltà, sostenerli nell’analisi delle criticità e nel reperimento di risorse, co-progettare interventi efficaci.
    «Gli allievi che già avevano difficoltà di presenza e di partecipazione, sono diventati irraggiungibili, visto che il servizio di tutoring individuale e di gruppo dei maestri di strada e di altri operatori sociali è un servizio di prossimità oltre che psichica anche fisica è necessario pensare una soluzione – spiega Cesare Moreno, presidente dell’associazione – Per questo motivo abbiamo ritenuto di dover fornire ad alcune decine di allievi i mezzi tecnologici per tenersi in contatto e stiamo studiando con la questura di Napoli un protocollo per poter consegnare senza pericolo, per noi e per i destinatari, un “pacco viveri per la mente” e contiamo a breve di poter essere operativi».


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